Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
Italo Calvino
Un mese, venti storie: attraverso la campagna online Keep calm and tell me your story! tra la fine del mese di luglio e la fine di agosto 2016 il Gruppo ANMAR Young ha lanciato un appello – una sorta di chiamata al racconto – e ha raccolto le voci e le testimonianze di venti ragazze e un ragazzo, provenienti da diverse regioni italiane, che vivono con una patologia reumatica.
Attraverso quattro tracce di scrittura libera abbiamo interpellato i giovani adulti (di una età compresa tra i 18 e i 35 anni) rispetto alla loro vita con una malattia reumatica, stimolandoli a far sentire la loro voce, invitandoli a spezzare un silenzio. Ne è nata una narrazione insieme individuale e corale che schiude uno sguardo autentico sulle sfide specifiche e sui bisogni insoddisfatti di tale fascia d’età, e che può permetterci di trovare insieme alle ragazze e ai ragazzi, e grazie alla potenza del loro raccontarsi, le parole per dirlo. Per dire la vita di un giovane con una patologia reumatica: dirne gli insegnamenti, gli scogli, le sorprese; dire i problemi della transizione, l’incertezza del futuro; dire le riflessioni, le frustrazioni, il coraggio. Dire la voglia di esserci gli uni per gli altri, la voglia di essere coinvolti nelle decisioni relative alla propria salute, la voglia di non doversi trovare puntualmente chiamati a sottolineare che no, non sono solo le patologie delle persone anziane! Leggere le venti storie raccolte in questo piccolo volume è una scoperta. Vi si trovano ironia, saggezza, lampi di rabbia e squarci di umanità. In una società come la nostra, che interpella i propri giovani quasi esclusivamente – e, quindi, riduttivamente –, in base ai ruoli di studente e di consumatore questo spazio di parola ci appare prezioso. Ragazze e ragazzi con sogni ambiziosi di studio, di lavoro (in diversi casi proprio nel settore della cura e della salute) si pongono domande importanti sulla propria identità, sulle relazioni, sull’alleanza con i medici, con i genitori, senza ripiegamenti vittimistici ma al contempo senza negare la confusione che l’esperienza di una patologia reumatica porta con sé.
Il progetto Keep calm and tell me your story! articola così la sua fase pilota, portando sin d’ora in sé la trama di possibili riscritture, di intrecci a più voci che possano restituire la complessità di tale crocevia dando vita a progettualità future. Le storie dei giovani potranno progressivamente intrecciarsi a quelle dei medici che li prendono in cura, dei genitori che li accompagnano e che sono chiamati a riconoscere il momento di lasciarli andare; delle infermiere e gli infermieri che ne custodiscono una parte di cura fondamentale; di fratelli, sorelle, caregivers, amici, di chi si è ammalato da giovane, ma ora ha un’età diversa e ha una storia cui dare voce…
L’appello al raccontarsi resta infatti aperto: il Gruppo ANMAR Young ha deciso di mantenere attivo tale sportello residenziale di raccolta storie, affinché nel tempo molti altri giovani possano compiere l’atto auto-terapeutico di scrivere/ scriversi, in uno scambio che non si esaurisce qui, ma che da qui prende il via e prende il volo.
Ai partecipanti che ci hanno donato le proprie storie nell’ambito di questa fase pilota del progetto va il nostro grazie unito, come in un vero patto, all’offerta del dono più prezioso di cui tutti noi disponiamo: l’ascolto, l’attenzione per la storia dell’altro. Solo dall’ascolto profondo passa infatti la possibilità, di cui la medicina narrativa può essere efficace dispositivo, di onorare la storia dell’altro.
Mettiamoci allora in ascolto, davvero, di queste venti voci: perché troppo spesso i giovani vengono definiti, istruiti, giudicati, incasellati… ma solo di rado vengono autenticamente ascoltati – e, come affermava la filosofa Simone Weil, l’attenzione è la forma più pura e rara della generosità.
Buona lettura!
Silvia Ostuzzi
Past Referent Gruppo ANMAR Young