ll dolore cronico è una condizione clinica che si protrae nel tempo in modo costante e per un periodo superiore ai 3 mesi. Questa condizione è associata allo sviluppo di diverse patologie oncologiche, reumatologiche, neurologiche o muscolo-scheletriche ed è caratterizzata da una mancata guarigione di una lesione o di un’infiammazione.
Per troppi anni il dolore cronico è stato considerato dalla comunità scientifica solo come un sintomo conseguente alla patologia di base e dunque non meritevole di una vera e propria attenzione indipendente, oggi coinvolge 5 milioni di italiani. Nonostante questa condizione veda ora una maggiore attenzione, oltre il 50% dei pazienti che ne sono affetti, in corso di patologie reumatologiche, lamentano una scarsa attenzione alla sintomatologia. Secondo L’Osservatorio Malattie Rare, il dolore rappresenta uno dei motivi principali per cui i pazienti con patologie reumatiche si rivolgono al medico.
La percezione del dolore, a livello cerebrale, è estremamente soggettiva, così come le zone del corpo interessate. Spesso, chi soffre di dolore cronico manifesta uno stato di malessere generale che genera fatica, disturbi del sonno, inappetenza e perdita di peso. La costanza di questo dolore può compromettere seriamente le normali attività quotidiane. Per questo motivo il dolore cronico rappresenta una vera malattia invalidante, in quanto le sue ripercussioni non si limitano alla sfera fisica di chi ne è affetto, ma incidono drasticamente sulla salute mentale con ansia e depressione, e sulla condizione sociale come il senso di isolamento.
È opportuno che tale condizione venga curata secondo un approccio multidisciplinare, coinvolgendo cioè più figure professionali. Le recenti evidenze scientifiche mostrano, infatti, come l’inclusione di figure specializzate quali psicologi, nutrizionisti e fisioterapisti, porti un maggior successo nell’affrontare il dolore cronico rispetto alla sola terapia farmacologica.
Fonti: Osservatorio Malattie Rare , Reumaonline, Fisioscience